1. |
Oltre il Confine
01:07
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2. |
La strada verso casa
03:07
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Stretto nei miei anni
la sera quando piove
ascolto nel silenzio
il nero delle aiuole.
La strada verso casa
sa di malinconia
persa nel labirinto
della deserta via.
Angoli bui negli occhi
macchiati dal tramonto
l’ombra del niente, poi,
che si confonde al pianto.
Passo al di là
del mio cemento amico
cercando solamente
un poco d’infinito.
E mi ritrovo stanco
fra queste mani il cuore
seduto sulla sabbia
mentre l’estate muore.
(27 novembre 2003)
Un’estate durata più delle altre. Chi di voi non ha mai passato un’estate bellissima? Come diventa più duro, poi, confrontarsi con la dannata realtà di sempre, tornata con furore a riprendersi il suo trono.
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3. |
Hardcore
01:35
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Notte Notte nera,
che non sembri vera,
quattro siamo ancora,
quattro da galera.
Col sangue, nelle vene
velocità e rumore,
nel male e poi nel bene,
sempre e solo Hardcore.
Negli anni consumati
contiamo i nostri guai,
niente ci ha fermati,
non molleremo mai.
E se la voce è roca
sai taglia anche di più,
e questa luce fioca
brucia di gioventù.
La vostra vita affoga
in un silenzio oscuro,
da noi la folla poga
sbattendo contro un muro.
Antidoto al veleno
che vi tempesta il cuore,
veloce più di un treno
sempre e solo Hardcore.
(17 settembre 2004)
Un doveroso tributo al nostro genere musicale. Alla sublime energia che ci straripa dal cuore. Contro la facilità di svendersi pur di guadagnare. Le nostre urla sono vere e sappiamo bene che tagliano le gambe per primi a noi stessi. Ma siamo qua, felici di urlare. Siamo sempre noi.
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4. |
Sulla strada
03:10
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Un’altra sera
ancora un’altra sera
macchiata dal sangue
di una storia vera.
Sai, parla dei tuoi occhi
bagnati dal tramonto
lontani così tanto
da perdersi nel vento.
Così la lama passa
sopra i tuoi polsi, lieve,
ed ecco i sogni, tutti,
sepolti dalla neve.
E torna sulla strada
ancora il canto amaro
di tanti come noi
per cui non c’è riparo.
E chi si perde e cade
non si rialza più
e nello specchio guarda
la persa gioventù.
Un’altra sera
ancora un’altra sera
d’un uomo troppo stanco
che piange e si dispera.
Tu che sei lì in ascolto
del nostro bel rumore,
coraggio vieni avanti,
fatti strappare il cuore!
(10 febbraio 2004)
Il Tempo ci porta via ogni cosa. Alla fine porta via anche noi. La storia vera di questa volta parla di due persone che si sono allontanate pur sapendo di non poter fare a meno l’una dell’altra. Un giorno potrebbero accorgersi dello sbaglio fatto, ma il Mostro non gli riconcederà certo gli anni perduti.
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5. |
T'ho vista piangere
01:06
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Sì, è sporca la mia storia.
Sporca di realtà.
Al pari della morte
di te non ha pietà.
Sai parla d’una donna
uccisa dall’amore.
Di questo gran giardino
senza nemmeno un fiore.
E questo canto è triste
inutile e violento,
perché racconta poco
e taglia più del vento.
Era una sera strana,
non molto tempo fa,
la ruggine del cielo
bagnava la città.
Nell’angolo t’ho vista,
piangevi disperata,
perché dentro di te
tua figlia era annegata.
(31 marzo 2005)
Qual è la cosa più brutta che può succedere ad una donna? Questo brano tratta di una persona che dopo l’amore, ha perso anche la cosa più bella che poteva ricordarglielo. Una figlia.
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6. |
Solo una storia
03:10
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Nel grigio totale
vicino quartiere
morto è il silenzio
l’ha ucciso il rumore.
La gente lamenta
il sonno perduto
senza sapere
che nulla è dovuto.
Volano i riffs
e son pronti a graffiare
lasciando ai fantasmi
il lento danzare.
La notte si veste
di fredda eleganza
e aspetta nel buio
la dolce violenza.
Solo una storia
per chi non ha cuore
scritta assai male
un pianto indolore.
È la nostra vita
di cenere e amianto
è la nostra vita
quella che canto:
di anni passati
di scelte sbagliate
di sangue, di carne,
di ali strappate!
Ma morto è il silenzio
con tutto il suo orrore
quello che urliamo
è il nostro rumore.
(02 dicembre 2003)
Musica. Rumore. Vita. C’è gente che vorrebbe farci smettere di raccontare noi stessi. Continueremo a farlo fin quando ci andrà, contro tutti e tutto.
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7. |
Bagliori di libertà
02:31
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La notte tanto attesa
è notte di vendetta,
che per qualcuno presto
sarà notte maledetta.
Nel vento il pianto amaro
di uno strappo vile,
che passa tra le grate
d’uno squallido cortile.
E tra quei pianti anche
il pianto della Terra,
e quello dei ribelli
in marcia per la guerra.
E nell’infame lager
i cuori un gran concerto,
la libertà il dipinto
di un cancello aperto.
Tana libera tutti
e torna un po’ il sorriso:
lontano, altri lamenti,
lo hanno già reciso.
Intanto la prigione
diventa un grande fuoco:
di nuovo tutti in corsa,
inizia il nuovo gioco!
(08 marzo 2004)
Basta. È ora di smetterla di violentare la Madre Terra e i suoi figli più innocenti! Questo pezzo è dedicato ai guerrieri e alle guerriere dell’ALF.
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8. |
Il fiume dell'odio
01:17
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Sento lo stridio
del ferro che si spezza.
Sento il profumo
del sangue arrugginito.
Sento la violenza
partorire un altro me.
Sento, sento il freddo
del tuo cadavere.
Ascolta bene questo pianto
stupido fantasma stanco:
è il rasoio che strapperà
l’ultimo lembo del tuo lenzuolo sporco;
è il marciume che consumerà
il tuo nome dalla lapide;
è il silenzio che devasterà
il tuo inutile ricordo.
Guardo il niente
tremare di paura.
Guardo il tempo
morire sull’asfalto.
Guardo l’anima
grondare di leggenda.
Guardo, guardo te
sparire nell’abisso.
(16 luglio 2003)
Non è semplice, alle volte, riuscire a perdonare chi ti delude. Se a deludere, poi, è una persona che consideravi più di un amico, allora il tutto si complica ancora di più. Così, capita che l’odio, al pari di un fiume in piena, diventi inarrestabile.
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9. |
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10. |
Soltanto un altro sorso
02:40
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Barcollo forse troppo
ai bordi della strada.
Tu non aspetti altro
che forse me ne vada.
Ti sei però mai chiesto
perché tanto squallore,
perché il mio sguardo è spento,
se provo del dolore?
Non te ne frega niente.
Tu bevi per piacere.
Io lotto col silenzio
e predico il rumore.
Sì, son ridotto male
e non andrò lontano,
ma tu fai schifo peggio,
mio onesto cittadino.
E disilluso piango
al pari d’un bambino.
Mi fa da scudo il buio
e un altro po’ di vino.
Signori, riverenze
per questa società
che tanto e tutto dice,
tranne la verità.
(31 marzo 2005)
Sui marciapiedi della vita quante sono le persone a barcollare per i più svariati motivi? L’alcool, in questo caso, è la metafora di comodo per descrivere i cuori in marmo di noi tutti, davanti agli altrui problemi. E c’è ancora gente che si illude di avere la coscienza pulita.
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11. |
Lacero è il sipario
02:26
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Le dieci di mattina.
Un vento triste e lieve
sporca di nero il mare
scioglie la rossa neve...
Mosaici di specchi
riflettono il passato
e scheggiano il paesaggio
sempre più avvelenato...
Rasoio. Il taglio è netto:
ti strappa il cuore in petto!
Slitta in silenzio
lo sguardo tuo di pianto
e cade senza più sogni
nel fango del rimpianto...
E penso a te, fanciulla,
al tuo sorriso spento
che cerchi senza sosta
il volto mio nel vento...
Rasoio. Il taglio è netto:
ti strappa il cuore in petto!
(14 marzo 2003)
Separarsi da una persona importante, è come assaggiare la morte pur restando vivi. Le strade di sempre diventano sconosciute, e perdersi in mezzo a tutto quel niente è di una facilità estrema.
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12. |
Uomini
02:10
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La pioggia cade lenta
sulla mia città,
bagna la strada, i tetti,
le tante falsità.
Io sono sempre in giro
e lotto contro il niente,
fa male ritrovarlo
nel cuore della gente.
E scivolo su frasi
che spezzano i contorni,
che uccidon la memoria,
che tagliano via i giorni.
C’è chi loda la guerra,
chi veste in pelle umana,
chi vende droga e uccide,
chi sfrutta una puttana.
Malato di tristezza
sfuggo da quest’orrore,
mi chiudo coi compagni
in cantina a far rumore.
(01 aprile 2005)
Ci risiamo. Un altro brano che parla della nostra razza, la più bastarda che si conosca. La razza umana. Quante volte ci siamo vergognati di farne parte? Non credo si contino più. Gli sbagli sono sempre gli stessi. E davvero non ci fa pensare agli errori commessi da noi tutti, imbottirci l’anima del dolce rumore, tra le mura di una cantina umida e fredda?
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13. |
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Io sono il disordine,
sono il chaos che non potete fermare,
un’immagine confusa
in questo mondo così falso e crudele.
Voglio essere veleno,
voglio essere letale per voi,
voglio essere iniettato:
so di essere indesiderato!
Voglio essere veleno per voi!
Su per le vostre vene,
nel vostro circolo sanguigno,
nei nervi pulsanti della società
voglio essere un cancro maligno.
Vi avvelenerò ogni giorno,
striscerò nella vostra vita,
voglio essere veleno nelle vostre vite:
la mia guerra non è mai finita!
Voglio essere veleno per voi!
Voglio essere veleno per voi!
(1987 - Marco - Crash Box)
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14. |
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In questa notte al sangue
passeggio tra i ricordi,
tra le bottiglie infrante,
tra i tagli degli sguardi.
Il pianto mi raggiunge
nei pressi della Vita,
dove il dolore è in piedi,
lì dove è proprio il tempo
che scivola tra le dita.
Ai margini del nulla,
dove germoglia il vento,
bieche s’infrangon le onde
del nero bastimento.
Come il marmo di questo cielo,
il cuore ne segue la scia,
e si ritrova nudo, sfregiato,
a pezzi, nella deserta via.
Ed il mattino incombe
sui nostri sogni strani,
violento il lavoro stupra
quel che resta di noi umani.
In cambio di due soldi
svendiamo la nostra essenza,
e sul bancone, a fette, rafferma,
quella che un tempo fu: Resistenza.
(20 luglio 2006)
Non fatevi trarre in inganno dalle parole. Questo brano non recita nessun credo partitico. La Resistenza è quella che tutti dovremmo mettere in atto contro una vita di delusioni, di prevaricazioni, di rinunce sistematiche. Per imparare che nessuno può decidere per noi, se non siamo noi per primi a dargliene il permesso. È questo, il problema. Siamo colpevoli quanto i nostri sfruttatori.
È difficile camminare sul ghiaccio,
però è la gioia del rischio
che ti butta sul lago,
correre ogni giorno
sulla lama del piacere,
profondo,
dell’insicurezza...
Cosa farete
se lo schermo scoppierà,
cosa farete
se lo schermo cadrà:
quando se ne andrà
in mille pezzi
e potrete contar soltanto
su di voi!
Le vostre macchine
vi stanno uccidendo
i robot han decimato
gli uomini,
ma è chiaro è più importante
l’energia...
Non vedi che cerco i tuoi occhi,
ma è così difficile
trovare qualcuno,
siam così distanti,
tra persone vive:
cosa farete quando
sarà la fine,
quando i vostri computer
lavoreranno per uccidervi,
quando potrete contar
soltanto su di voi...
Voglion distruggere
gli ultimi
pensieri a piede libero:
quando saremo tutti in una gabbia,
esisterà ancora qualcosa?
Sono molto più vivi
i nostri “forse”:
i vostri “io lo so”
son vuoti!
Cosa farete
se lo schermo scoppierà,
cosa farete
se lo schermo cadrà:
quando se ne andrà
in mille pezzi
e potrete contar
soltanto su di voi!
(1987 - Gianpiero - Kina)
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